Louis Armstrong, Juan-les-Pins (France) 1967Atmosfere vintage e ritmi swing: tre appuntamenti di JAZZMI, festival diffuso che raccoglie grandi protagonisti del panorama Jazz internazionale classico e contemporaneo, a BASE Milano.

Nell’ambito di JAZZMi, a BASE Milano, dal 5 al 16 novembre 2016, una mostra fotografica racconta la storia del grande Jazz degli anni Sessanta.
L’esposizione “SWING, BOP & FREE” di Roberto Polillo, attraverso 100 straordinari scatti mette in scena l’epoca più gloriosa e celebrata della musica Jazz con più di 100 scatti realizzati tra il 1962 e il 1974 in un centinaio di concerti, svoltisi principalmente in Italia, Svizzera e sulla Costa Azzurra. A commissionargli i servizi fotografici era lo stesso padre – Arrigo Polillo -, direttore per decenni della rivista Musica Jazz, autore della più famosa e ristampata storia del jazz pubblicata in Italia, e organizzatore nel dopoguerra dei concerti che portarono per la prima volta in Italia i più importanti musicisti jazz dell’epoca. L’inaugurazione della mostra, aperta al pubblico, sarà venerdì 4 novembre alle ore 19.00.

Giovedì 5 novembre alle ore 22.30 una serata Electro Swing Party animerà BASE Milano. Ad esibirsi sul palco “GLI SWINGROVERS”, gruppo Electro Swing/Vintage Remix. A seguire dj set con ritmi e musiche dai ruggenti anni Venti.

Il terzo appuntamento sarà domenica 13 novembre alle ore 13.00 con il JAZZMI Brunch in compagnia del sassofonista Dimitri Grechi Espinozafeat. Massimo Minardi. Il duo si muoverà nella libera improvvisazione miscelando sonorità jazz con i suoni della tradizione folk e africana.

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“SWING, BOP & FREE” mostra fotografica di Roberto Polillo
5-16 novembre | inaugurazione 4 novembre, ore 19.00

Roberto Polillo mette in mostra il Jazz degli anni ’60 in onore del padre Arrigo, direttore per decenni della rivista Musica Jazz e autore della più famosa storia del jazz scritta nel nostro paese. A commissionargli le immagini era lo stesso padre, organizzatore anche dei più importanti concerti jazz dell’epoca, per il quale Polillo ritrasse i musicisti di passaggio in Italia dal 1962 al 1974. Composta di circa 100 immagini, tratta in parte dall’omonimo libro edito dalla Marco Polillo Editore, la mostra racconta quella che è considerata l’età dell’oro della musica Jazz, il periodo in cui erano ancora attivi sia coloro che avevano codificato il genere, come Louis Armstrong e Duke Ellington, sia coloro che l’avrebbero completamente rivoluzionato e stravolto, come Miles Davis, Charles Mingus e John Coltrane. Autore del testo introduttivo è Francesco Martinelli, Direttore del Centro Studi “Arrigo Polillo”, Sezione Ricerca della Fondazione Siena Jazz.

Compito di Roberto Polillo, appena sedicenne agli inizi della sua avventura fotografica, era quello di ritrarli quando arrivano in aereo e di seguirli prima, durante e dopo le performance, quando da personaggi pubblici rientravano nella loro dimensione privata. Lo faceva con una disinvoltura sorprendente, vestendo con talento nello stesso tempo i panni del fotoreporter e quelli del ritrattista. Ha accumulato così nel corso degli anni una serie di immagini di forte impatto estetico, capaci in un attimo di rievocare tutte le suggestioni di un’epoca irripetibile, che ha rappresentato nello stesso tempo l’apice e l’inizio della fine della storia del jazz. Come spiega Francesco Martinelli, il Direttore del Centro Studi “Arrigo Polillo”, Sezione Ricerca della Fondazione Siena Jazz e autore del testo introduttivo sia del libro che della mostra.
“Le fotografie di Roberto Polillo – infatti sottolinea – hanno colto quella che è stata giustamente definita l’ultima età dell’oro del jazz, un periodo di straordinaria fertilità in cui erano ancora attivi i musicisti che hanno definito le coordinate storiche di questa musica – Armstrong e Duke Ellington con le loro orchestre – e allo stesso tempo operavano Miles Davis, Charles Mingus, John Coltrane: coloro che dall’interno hanno operato quell’eversione stilistica che ha trasformato il jazz in un movimento policentrico e multistilistico impossibile da chiudere in una definizione, tanto distanti sembrano le sue ali. Per fornire una approssimata periodizzazione, il decennio chiave è quello simbolicamente delimitato dal 1959 – l’anno di Kind of Blue e dell’esplosione del free jazz con l’arrivo di Ornette Coleman a New York – e dal 1969, segnato tra le altre cose dalla svolta “elettrica” di Miles con la registrazione di Bitches’ Brew da parte di un gruppo che magistralmente integra il jazz modale post-coltraniano, il free e il funk”.

Roberto Polillo nel 1974 abbandona la fotografia per dedicarsi all’informatica, diventando uno dei pionieri della nuova e rivoluzionaria disciplina sia in ambito universitario che imprenditoriale. Riprende a fotografare solo una decina di anni fa avviando una ricerca personale nell’ambito della fotografia fine art realizzata con tecnologia digitale che lo avvicina soprattutto al movimento artistico ICM – Intentional Camera Movement di cui oggi è un importante esponente in Italia (fino al 13 novembre alla Fondazione Stelline è esposta “Visions of Venice”, mostra interamente realizzata con tecnica ICM). Ma le sue foto degli anni ’60, entrate ormai nella storia della fotografia di spettacolo, continuano ancora a raccontare la storia del jazz, sia perché esposte in numerose mostre personali, sia perché utilizzate di continuo in riviste (in particolare sui mensili Musica Jazz e JazzIt), libri, CD e magazine online. Infine una sua mostra è in esposizione permanente alla Fondazione Jazz di Siena.
Ingresso gratuito | Orari: tutti i giorni dalle 9.00 alle 22.00

JAZZMI BRUNCH: Dimitri Grechi Espinoza feat. Massimo Minardi
Domenica 13 novembre, ore 13.00

Una miscela di sonorità jazz, tradizione folk e ritmi africani. Dimitri Grechi Espinoza è una delle grandi voci del sax alto italiane. Livornese d’adozione, di origini russo-peruviane, Dimitri Grechi Espinoza è da sempre legato ad una visione, di chiara ascendenza africana, del jazz come musica rituale, sciamanica, dotata di poteri terapeutici e di un’essenza quasi magica.
Assieme a Massimo Minardi alla chitarra, nasce la volontà di creare un progetto che sia una rivisitazione del tutto inedita del repertorio jazz standards. Già questa premessa fa capire che tra questi due grandi musicisti esiste una profonda conoscenza ed un’intesa musicale ben collaudata nel tempo. Il duo si muove nella libera improvvisazione su un repertorio di standards che varia di concerto in concerto.
Il concerto è a ingresso libero, brunch 15,00/18,00 euro.

“GLI SWINGROVERS”
5 novembre, ore 22.30

Gli Swingrowers si definiscono un gruppo Electro Swing/Vintage Remix. Il gruppo, nato a Palermo nel 2010, mixa jazz, swing manouche e dance/electro. Oltre ad aver realizzato remix ufficiali per Caro Emerald, Swing Republic, Bart&Baker e Skeewiff, gli Swingrowers hanno anche intrapreso collaborazioni musicali con i Lost Fingers, Gypsy Hill ed i Too Many T’s e Pony Montana della Feel Good Production.
Roberto Costa (PiSk): Producer, Programmer, Dj / Loredana Grimaudo: Voce / Alessio Costagliola: Chitarra / Ciro Pusateri: Sax, Clarinetto
La serata prosegue col djset tutto da ballare di Gionny FortyFive. Collezionista di vinili, propone una selezione sui generi musicali in voga tra l’inizio degli anni ’30 e la fine dei ’40 con particolare attenzione allo swing ballabile.
Inizio concerto ore 22.30, biglietto 10,00 euro + ddp

swingrowers

BASE Milano
Via Bergognone 34