SpazioConcept e Iroko presentao BACK HOME
Arte, Musica e Film per 4 giorni si fonderanno sulla scena milanese
da Giovedì 4 a domenica 7 Ottobre
Spazio Concept – Via V. Forcella 7, Milano
Grazie all’Associazione Culturale Spazio Concept ed Roberto Quagliarella (Studio Iroko), sarà possibile visitare l’esposizione di Gian Paolo Tomasi e Marcello Tomasi, ascoltare i brani di gruppi sperimentali di livello internazionale (Triad Vibration – Dunyakan) e assistere a performance e proiezioni mutimediali.
“Back Home“, titolo omonimo della mostra, presenta le opere digitali e concettuali di Gian Paolo e le fotografie di reportage sociale di Marcello. Il denominatore comune? L’Africa e il suo fascino inesauribile.
PROGRAMMA:
Giovedi’ 4 Ottobre
Mostra “Back Home” di Gian Paolo Tomasi e Marcello Tomasi
a cura di Roberto Quagliarella
testo di Anna Mola
Inaugurazione dalle 18.30 alle 22.30
ore 20.30 performance di Emilio Bezzi
Venerdì 5 Ottobre
apertura mostra ore 18.00
ore 22.30 Live Music Triad Vibration
Sabato 6 Ottobre
apertura mostra dalle 15.00 alle 22.30
ore 22.30 Live Music Dunyakan
Domenica 7 Ottobre
Apertura Mostra dalle 15.00 alle 22.00
ore 18.00 Proiezioni Film
Due percorsi artistici a confronto e un immenso continente: l’Africa; questi i protagonisti della mostra che inaugura la stagione espositiva e la collaborazione tra Studio IROKO e Spazio Concept. Quattro giorni per scoprire le opere di un artista concettuale, Gian Paolo Tomasi, e un fotografo, Marcello Tomasi.
L’Africa è il fil rouge, il punto di partenza e la “casa” a cui fare ritorno, che lega questi due artisti. L’Africa con i suoi volti, reali o immaginati, con la sua cultura e tradizioni, a volte difficili da comprendere, spesso soverchiate dai pregiudizi e da un’informazione parziale o distorta.
Gian Paolo Tomasi, artista e stampatore di fama internazionale, dopo anni di ricerca sull’immagine, ha tradotto la sua creatività nell’arte digitale, traendo dall’universo visivo della collettività alcune figure archetipe per crearne di contemporanee, cui ha conferito un significato inedito. Vive in Africa da anni, dove ha realizzato la serie “In art we can!”, da cui sono tratte le opere in esposizione. In queste immagini digitalmente costruite (fatta eccezione per il ritratto di Obama) si trova l’infatuazione per questa terra misteriosa e affascinante. La sua arte si pone lo scopo di narrare la bellezza – femminile innanzitutto – non inventata, ma forse nascosta, fino all’invisibilità, dal mondo contemporaneo. I suoi “collages digitali”, dalla finalità decisamente estetica, spiazzano l’osservatore, portandolo inevitabilmente a una riflessione sull’epoca contemporanea e sul suo grado di finzione/dis- informazione. Non manca, infine, un intento di denuncia in queste opere. Osservando infatti “Taglia e cuci”, le mani che sorreggono un ago pongono l’attenzione sulla terribile tradizione dell’infibulazione.
Denuncia che si ritrova, poi, nelle opere di Marcello Tomasi, scattate nel 2005, durante un viaggio durato 5 mesi da Milano al Burkina Faso. In mostra ci sono fotografie che richiamano la mente sulla condizione della donna e dei bambini, nonché sulla distruzione di questa straordinaria natura. Accanto ad esse, poi, le tre grandi tele intelaiate nelle strutture di bambù, appartenenti alla serie “Joy of Africa”. Raffigurano scene di vita quotidiana nei villaggi in cui Marcello è stato ospite, raccontando visivamente tradizioni di popoli e tribù e riproducendo profumi selvaggi e rumori dimenticati o sconosciuti. Tirata come la pelle su un tamburo, la fotografia trascende la sua natura bidimensionale per diventare materia, oggetto contemporaneo che custodisce e tramanda le antiche usanze di tessitura e incorniciatura. Sintesi di reportage e paesaggio, le immagini di Marcello sconfinano nella scultura, per acquistare nuova e maggiore completezza artistica.
Non pochi i punti di contatto tra questi due artisti: l’Africa il più immediato, ma anche la volontà di elaborare una personale interpretazione dell’arte visiva, che vada oltre la ricerca fotografica, allo scopo di unire in interessanti simbologie antico e nuovo, archetipo e contemporaneo. In bilico tra reale e virtuale sono le immagini di Gian Paolo, in bilico tra fotografia e scultura quelle di Marcello, in un equilibrio mai risolto, mai immediato e di grande potenza espressiva. Come due linee semi-parallele: surreale e immaginaria quella di Gian Paolo, quanto materica quella di Marcello, traggono origine dallo stesso fulcro, vale a dire un patrimonio di memoria, immagini e pensieri non legati a una specificità, ma universali. In una parola alle vere radici.
Gian Paolo Tomasi (Milano, 1959).
Nel 1988 ha brevettato il “Phototransfer”, innovativo processo di stampa fotografica. Ha stampato per maestri della fotografia come Franco Fontana, Mario Giacomelli, Oliviero Toscani, Fabrizio Ferri, Giovanni Gastel ma anche per stranieri come Irving Penn, Richard Avedon e Annie Leibovitz. Nel 2000 ha realizzato per GQ le prime sette modelle virtuali che poi ritroveremo nella campagna di Extè. Ha lavorato per aziende, multinazionali e case editrici. Dal 2001 inizia il suo progetto artistico attorno ad una serie di paesaggi digitali. Ha partecipato alla XIV Quadriennale di Roma, al 1° FotoFestival Internazionale di Fotografia a Brescia, al progetto itinerante “plot.@rt.europa” e alla “Cow Parade” di Firenze. È stato finalista alla seconda edizione del Premio Celeste.
Marcello Tomasi (Milano, 1984).
Riceve fin da piccolo una formazione artistica e fotografica. Dopo gli studi in scultura all’Accademia di Brera, affianca come assistente grandi fotografi come Nicola Majocchi. La sua carriera artistica inizia come fotografo di moda per Dolce & Gabbana e Trussardi, Elisabetta Franchi, Iceberg e di pubblicità per Francesco Illy (2009). Collabora inoltre da tempo alla realizzazione di progetti sociali, editoriali e redazionali. I viaggi (tra cui Africa, Stati Uniti e Cina), le esperienze e la curiosità per le diverse culture hanno stimolato il suo stile eclettico, versatile, fortemente contemporaneo. Nel 2007 ha preso parte alle esposizioni “Start” e “Uffa” presso B24, Milano; nel 2011 ha partecipato alla collettiva “Look Different”, durante il Meltin’ Pop di Arona e, nel 2012, alla IV edizione di “Matany in festa”, a Inzago. Sempre nel 2012, è stata la sua prima personale, “Joy of Africa”, presso lo Studio Iroko di Milano.
Emilio Bezzi
Liutista, tiorbista e chitarrista. Da molti anni si occupa di didattica e di ricerca in ambito musicologico, oltre ad esibirisi regolarmente in qualità di solista e in formazioni da camera. Aspirante disadattato sociale (in parte riuscito, in parte mancato, visto l’alto livello del suo disadattamento), inizia a suonare la chitarra a dodici anni affrontando i più disparati generi musicali. Un apprendistato più che doveroso principiato con la musica dei Nirvana, proseguirà poi affrontando il rock hendrixiano e la musica afroamericana, dal blues al jazz. Ma quando definitivamente si rende conto che sul naturale istinto all’eversione prevale l’anelito verso il sommerso, il perduto, e che al sano elan vital distruttivo-sovvertitore sente sempre più volersi sostituire un respiro più ampio, come uno slancio riparatorio, rifiuta quasi organicamente il presente e, innamorandosi di un passato denso di pluralità di scritture ancora da illuminare sotto la luce di riflettori assai più sfaccettati, decide di dedicarsi alla prassi esecutiva rinascimentale e barocca. Abbandona la tecnica a plettro e inizia a suonare tramite il pizzico delle dita come rilesso di ogni sentire musicale. Da un paio d’anni si interessa anche di composizione, musica applicata e musicoterapia.
Venerdì 5 Ottobre
apertura mostra ore 18.00
ore 22.30 Live Music Triad Vibration
Triad Vibration
Un suono evocativo, un viaggio sonoro che esplora la storia dei popoli e raccoglie suggestioni dei luoghi più lontani, delle sonorità più distanti, delle culture musicali più diverse.
Tutto confluisce in un sound che inizia da un disegno ritmico essenziale, che svuota la musica, per poi incontrare nel suo percorso influenze Jazz, Elettroniche, World, contaminazioni che vanno dalla Drum’n Bass alla House Music, dalla Black music alla Dance.
I TriAd Vibration attraversano sonorità diverse che affondano nelle radici del mondo, all’insegna della world-fusion più passionale, che nasce dalla ricerca dell’essenza della musica.
L’effetto è una musica libera e liberatoria, capace di ipnotizzare e coinvolgere gli spettatori. Una sintesi originale e personale, una finestra spalancata sulle infinite sonorità dell’universo musicale.
L’elemento caratterizzante è il suono del didgeridoo, strumento principe, il più antico strumento a fiato aborigeno, per questo motivo i TriAd Vibration definiscono la loro musica con il termine di “tribal jazz”.
Sul palco Ezio Salfa, basso elettrico, Gennaro Scarpato, batteria e percussioni, ‘Tanni’ Walter Mandelli, didgeridoo, Gendrikson Mena, trumpet e keyboards
Sabato 6 Ottobre
apertura mostra dalle 15.00 alle 22.30
ore 22.30 Live Music Dunyakan
Dunyakan
Nel 2010 l’incontro tra musicisti di diversa formazione uniti dal desiderio di sperimentazione personale è sfociato nella creazione di un gruppo con uno stile moderno e personale di fare musica.
Il bagaglio artistico di ognuno dei componenti arricchito da una lunga pratica della musica africana ha permesso di far nascere un lavoro meticcio intenzionato a fondere la sonorità melodica occidentale e quella percussivo- ritmica africana dando origine ad arrangiamenti atipici.Dunyakan è un incontro di culture e sonorità lontane, fuse tra loro in modo originale e coinvolgente; strumenti antichi come la kora e il tamburo dialogano con chitarra, basso, batteria ed effetti, generando la calda “melodia nera” del gruppo.
I brani eseguiti sono per lo più di genere worldmusic con influenze afro, afrocubane, folk, pop, raggae, funk.
Sebastiano Morgavi, kora/percussioni, Ramnandana Salafia, chitarra/percussioni, Dario Castiello, basso/percussioni, Stefano Fabbri, batteria/percussioni, Lancei Dioubate, percussioni
Domenica 7 Ottobre
Apertura Mostra dalle 15.00 alle 22.00
ore 18.00 Proiezioni Film
ASSOCIAZIONE CULTURALE SPAZIO CONCEPT
Via Forcella 7, Milano
Associazione Culturale Spazio Concept nasce nel 2010 nel cuore della Zona Tortona, fulcro di moda, cultura e design, scandita dal Salone del Mobile e dalla Fashion Week.
Concepito come centro polifunzionale, nato con l’intenzione di fungere da punto di riferimento in ambito culturale per artisti, curatori e amanti delle arti, lo spazio offre anche la possibilità di ospitare eventi di varia natura.
L’ Associazione Spazio Concept organizza all’interno della propria struttura un calendario di eventi regolari e one day/night events, aperti al pubblico oppure riservati ai propri associati. Dalla street art agli eventi di Videoarte, Teatro, Electronic live Performances, Happening artistici passando tra mostre d’ arte contemporanea, personali e collettive.
Ogni evento è sempre accompagnato da Live paintings e/o Performances, Videoproiezioni e Videomapping.
GOODMI
Spiegare cosa sia esattamente GOODMI è impossibile: dovete vederlo provarlo gustarlo. Cominciamo con alcuni indizi per capire il nuovo fenomeno GOODMI che sta facendo innamorare e impazzire i foodies meneghini. Ingredienti e materie di prime di altissima qualità e quasi a km zero scelte da GOODMI: una ricerca maniacale di ingredienti di eccellenza dal punto di vista della sicurezza ambientale e del gusto, scovati da produttori antichi che hanno sposato le eccellenze moderne e che sono già punto di riferimento. Cuochi stellati e appassionati strappati da GOODMI dalle segrete cucine e portati in tour come master chef che cucinano a vista. Un locale tremendamente innovativo e tradizionalmente techno-chic. Se ti stai chiedendo dove si trova questo locale, posso dirti che GOODMI è ovunque e in nessuno luogo contemporaneamente.
Click Master
Azienda fondata negli anni 80 da Roberto Tomasi, Click Master è un’esperienza trentennale nella realizzazione di stampe Fine Art.
Anna Mola, blogger, critica e curatrice free lance. Collabora a progetti legati alla fotografia e all’arte. Collaboratrice di Private PhotoReview. “If a day goes by without my doing something related to photography, it’s as though I’ve neglected something essential to my existence, as though I had forgotten to wake up.”
Roberto Quagliarella
Artista e ideatore dello Studio IROKO.
“L’arte, per eccellenza libera e spontanea, diviene l’occasione ideale per l’incontro con altri modi di essere, e diventa linguaggio universale, strumento di civiltà e integrazione tra i popoli.”
Yehudi Menuhin