Nel cuore degli anni ’80, decennio caratterizzato da grandi cambiamenti nel campo della moda, gli Stati Uniti assistono alla nascita dello streetwear. Termine che tradotto letteralmente significa “modo di vestire che nasce nella strada“.
In realtà lo streetwear è riuscito a imporsi non solo nel fashion ma anche come vero e proprio stile di vita, grazie alle sue origini legate a background differenti. Dall’hip hop allo skateboarding, dal punk rock al surf, le sottoculture che hanno contribuito –contaminandolo- allo sviluppo di questo nuovo stile sono numerosissime. E altrettanti sono i brand specializzati in streetwear ad aver raggiunto il successo commerciale, riuscendo ormai a competere, da questo punto di vista, con veri e propri mostri sacri dell’alta moda.
La tendenza dello streetwear è stata spinta non solo da grandi brand come Nike,Adidas, Puma, Fila e Kappa, ma anche dalla prepotente ascesa dei marchi di streetwear hot couture come Aimé Leon Dore e Vetements, Palace il re dello skatewear e Supreme, Wood Wood il brand danese di Karl-Oskar Olsen, fino al russo Gosha Rubchinskiy e Yeezy, la griffe fondata dal rapper Kanye West.
Negli ultimi tempi, il rapporto tra streetwear ed alta moda si è evoluto, portando due universi all’apparenza inconciliabili a lavorare l’uno accanto all’altro. L’abbigliamento streetwear si è fatto sempre più raffinato, sono saliti i prezzi e si sono avvicinati a quelli dei capi di lusso. Se da un lato questo ha rappresentato una deviazione di rotta rispetto ad alcuni punti fermi, dall’altro ha aperto la strada ad un futuro basato su collaborazioni dalle grandi potenzialità.
A catturare l’attenzione dei media, tra le ultime in ordine di tempo, è stata la partnership tra Louis Vuitton e Supreme, e nata in occasione della Fashion Week FW17.
L’attesissima capsule collection, il cui lookbook è stato scattato dal celebre Terry Richardson, ha visto sfilare giovani modelli con maxi dolcevita e giacche oversize, bomber, parka, trench, felpe, t-shirt, salopette, pigiami di seta, cargo, bauli, messenger bag e sneakers. La palette protagonista è stata il rosso del logo Supreme declinato in monogram pattern LV.
Sembra ormai imminente anche una partnership tra Hermes e A Bathing Ape (BAPE), brand giapponese fondato da Nigo ad Ura-Harajuku e specializzato nello streetwear femminile e maschile.
Tra le tendenze più recenti la fa da protagonista lo stile “athleisure“, un inedito connubio tra abbigliamento sportivo (solitamente relegato alla palestra) e quello più formale adottato nella vita di tutti i giorni.
Dietro ad ogni creazione si nasconde un grande lavoro di ricerca sia a livello di materiali (su tutti cachemire e velluto) che di design, curato in ogni dettaglio. È sufficiente osservare uno degli outfit proposti da Stella McCartney per rendersene conto.
Altro esempio estremamente interessante è quello di Gosha Rubchinskiy, il designer nonché brand russo, che grazie alla sua estetica post-sovietica, sta scalando velocemente la vetta di gradimento nel campo della moda. Dopo aver collaborato con marchi storici italiani come Kappa, Fila e Sergio Tacchini, non ha destato scalpore la collaborazione con Adidas Football (ricordiamo che nel 2018 in Russia ci saranno i Mondiali e Adidas è il main sponsor).
Il connubio tra streetwear e marchi di alta moda ha catturato fin da subito l’interesse di una fascia di pubblico composto da professionisti, imprenditori, consumatori esigenti e consapevoli che, pur non volendo rinunciare ad un look formale, preferiscono aggiungervi un tocco di giovanile creatività.
La piattaforma online Planet Sports mette a disposizione una buona selezione di articoli streetwear e sportivi: dai capi d’abbigliamento trendy di Wemoto, tra t-shirt, pantaloni e felpe con cappuccio, alle linee di cappelli New Era, l’ampia gamma a disposizione è pronta a soddisfare qualunque esigenza.