In Piazza Maggiore a Bologna, 3 film tra i più belli delle ultime stagioni:
Sotto le stelle del Cinema propone “Una separazione“, “The Artist” e “Le nevi del Kilimangiaro” in versione originale con sottotitoli italiani.


UNA SEPARAZIONE
(Iran/2011) di Asghar Farhadi (123′)
Introduce Roy Menarini

Il film più maturo di colui che viene indicato come il più rilevante cineasta iraniano contemporaneo, vincitore all’ultimo festival di Berlino.

Un film iraniano che colpisce, prima di tutto, per una nuova grana stilistica, per complessità narrativa, per limpidezza formale: e per il racconto vivido e senza sconti di un conflitto familiare che incrocia (senza mai farsene didascalia) lo spirito del tempo del suo paese.

A Teheran, una moglie vuole andarsene all’estero per garantire alla figlia migliori possibilità, un marito vuole restare per non abbandonare il padre malato di Alzheimer.

La separazione ci sarà, e poi le sue intricate conseguenze. Fahradi orchestra la storia tra la densità del visivo e del non detto, di interni domestici carichi di tensione, di porte aperte e chiuse. (pcris).
Sabato 27 luglio, ore 21.45 – Piazza Maggiore



THE ARTIST

(Francia/2011) di Michel Hazanavicius (100′)
Introduce Giacomo Manzoli

È bella, un’immagine in movimento nel formato 4:3, su uno schermo smisurato. È così che si vedeva Chaplin o Abel Gance, al Grauman Chinese Theatre a Los Angeles o al Gaumont Palace di Place Clichy. È ancora più bello, quando l’immagine è in bianco e nero e le labbra degli attori si muovono senza lasciar passare un solo suono.
[…] Abbiamo ritrovato il piacere del cinema silenzioso con The Artist, di Michel Hazanavicius. E il piacere è durato al di là delle prime sequenze, ogni volta che un’ondata di risate attraversava il pubblico senza che nessuna battuta venisse pronunciata.

Michel Hazanavicius è un virtuoso del pastiche. La riuscita dei suoi due OSS 117 non deriva soltanto dall’assurdità delle battute, dalla derisione sbrigliata di Jean Dujardin. Si trattava anche di regia, di movimenti di gru che imitavano e trascendevano allo stesso tempo il cinema francese commerciale degli anni Sessanta, di una paletta cromatica di quei tempi ma infinitamente più ricca.

The Artist affronta una sfida assai più forte. Si tratta di rievocare un episodio fondatore del cinema moderno (che è accessoriamente il soggetto di uno dei film più celebri di questa storia – Cantando sotto la pioggia di Stanley Donen e Gene Kelly: l’irruzione del cinema sonoro. Sconvolge la vita di George Valentin (Jean Dujardin).

Seduttore dai baffi sottili come quelli di Douglas Fairbanks, dalla chioma impomatata come quella di Rodolfo Valentino, Valentin accumula i successi. Nel 1927 il suo percorso incrocia quello di Peppy Miller (Bérénice Bejo), graziosa comparsa che perde di vista prima di ritrovare il suo musetto […] sulle copertine delle riviste di cinema.
La starlette e il bellimbusto si incrociano, lei in ascesa, lui in declino, il 25 ottobre 1929, giorno delle ‘prime’ dei loro rispettivi film e del crac che portò alla Grande Depressione.

Questa prima parte di The Artist è condotta con una virtuosità trascinante. C’è del pastiche nello stile di Michel Hazanavicius, che sa ritrovare perfettamente le panoramiche e i travelling del muto. Ma quando è necessario, si serve di un vocabolario un po’ più moderno. Gli attori procedono allo stesso modo. Dujardin gigioneggia peggio di Max Linder quando recita un attore al lavoro. Ma fra una ripresa e l’altra, si fa più sfumato, più realistico.

[…] Si riconosceranno alcune celebri figure hollywoodiane di passaggio, John Goodman come forzato della messa in scena, James Cromwell come fedele autista, che si muovono in una sorprendente ricostruzione della Los Angeles d’antan. La magia digitale permette di cumulare gli effetti magici di sfondi dipinti e il realismo immateriale dei pixel. (Thomas Sotinel)
Domenica 28 luglio, ore 21.45 – Piazza Maggiore



LE NEVI DEL KILIMANGIARO
(Francia/2011) di Robert Guédiguian (90′)
Introduce Andrea Meneghelli

Una delle voci più vivide e originali del cinema francese contemporaneo. Poeta del cinema politico, Robert Guédiguian torna nella sua Marsiglia, quella di Marius e Jeanette, fra i lavoratori del vecchio porto.

Le nevi del Kilimangiaro racconta la storia di Michel (uno strepitoso Jean-Pierre Darroussin), operaio cinquantenne, sindacalista, che nonostante la perdita del lavoro vive felice accanto alla sua Marie-Claire (l’immancabile Ariane Ascaride, compagna e musa del regista), orgoglioso del proprio impegno politico. Ma l’idillio si spezza quando nella loro casa fanno irruzione due ladri. Uno dei due si rivelerà essere un giovane operaio del porto, disoccupato.

Un’opera che va ad arricchire la grande narrazione contemporanea costruita film dopo film da Guédiguian, nello spirito antico del Fronte popolare: umanista e populista, indignata e venata di humour, sentimentale e aperta all’utopia.
Lunedì 29 luglio, ore 21.45 – Piazza Maggiore