Intervista esclusiva a Sandro Giordano in arte __Remmidemmi che ci racconta del suo primo (e super) progetto fotografico in mostra a Lecce dal 9 al 24 maggio presso il Caffè Letterario.
Che significa Remmidemmi?
__Allora, __remmidemmi è un’espressione usata in Germania per incitare, spingere gli altri a fare un gran casino. Come a dire: divertiamoci, spacchiamo tutto, ribaltiamo il mondo… Appunto!
Mi piace il suono un pò affettato, guerrigliero e quindi ho deciso di usarlo come nome d’arte. Mi sembrava di buon auspicio per il mio progetto… Ribaltiamo le cose! Capovolgiamole per poi ricostruirle, rimetterle in piedi.
Com’è avvenuto il passaggio dal teatro alla fotografia?
__Guarda, in modo molto naturale, anche perchè sento di mettere nelle foto i miei vent’anni di esperienza teatrale, piuttosto che cinematografica. C’è da considerare anche il fatto che, prima di essere attore, io nasco come disegnatore scenografo, quindi ho un occhio abbastanza attento rispetto a tutto ciò che riguarda l’ambiente in cui ci muoviamo per realizzare la foto. Poi, ogni singolo scatto ormai richiede un lavoro di produzione incredibilmente impegnativo proprio perchè mi piace curare i dettagli, andarmene in giro a cercare gli oggetti, i costumi, le parrucche, quindi montare il set insieme ai modelli (che sono per la maggioranza attori professionisti). Ragioniamo su come creare la caduta, lavoriamo sulle posizioni. Un pò come a teatro si fanno le prove… Poi si va in scena ed io scatto!
Raccontami di IN EXTREMIS (corpi senza pentimento) è un…
__E’ un progetto fotografico nato circa sei mesi fa.
Ti racconto: l’estate scorsa sono stato vittima di una brutta caduta con la bici. Dopo un piccolo dosso non ho visto una buca e mi sono ribaltato in avanti volando per un metro e mezzo circa. Ho distrutto una mano, le ginocchia che sanguinavano, quasi finisco a faccia in avanti sul bordo del marciapiede… Ma il fatto davvero allarmante è che in tutto quel tempo in cui io volavo, sbattevo e mi rialzavo, non ho mai mollato la barretta di proteine che stavo mangiucchiando dopo l’allenamento in palestra! Questo è davvero inquietante!
Viviamo nella triste e desolante epoca in cui le cose materiali, superflue prendono il sopravvento sulle nostre vite. Ho sentito di una persona che per salvare il suo iPhone, per non farlo cadere in acqua, è scivolato dagli scogli rompendosi una gamba.
Ecco, qualche mese dopo la caduta, in modo del tutto incosciente ma fortemente correlato al mio incidente, ho sentito l’urgenza di iniziare ad immortalare quel momento. Il momento dell’impatto. Il momento in cui cade una delle tante maschere che ci costruiamo addosso, per rivelare la nostra vera fragilità. Di fronte ad un incidente, nel mio caso si parla di cadute, siamo tutti senza protezione, mostrandoci per quello che nella vita quasi sempre siamo, e cioè… Ridicoli!
Quando hai scattato la prima foto?
__Il 13 ottobre del 2013. Una data che difficilmente scorderò, anche perchè ho una sempre più accentuata forma di autismo verso i numeri. Ero nella mia casa di Barcellona. In quel periodo non troppo lontano da me viveva il mio caro amico e collega Lorenzo Balducci. L’ho chiamato dicendogli: Lorenzo vieni a casa mia dobbiamo lavorare. Sul mio balcone era già pronto il set di “Fresh and Clean”, la mia prima foto ufficiale. Da quel pomeriggio abbiamo portato a casa in poco più di un mese circa una ventina di lavori. Il povero Lorenzo era esausto, lo mettevo a testa in giù in qualunque parte della città io mi immaginassi una caduta. Lui è stato il primo a credere in questo progetto, e presto tornerà in scena. Ce ne andremo in un bosco alle porte di Torino per qualche giorno, vediamo quello che esce fuori.
Hai una miriade di seguaci su Instagram.. come vivi questo momento social?
__Si, e devo dire che aumentano in grosse quantità di giorno in giorno. Ma, in realtà è proprio da Instagram che è nato __IN EXTREMIS (corpi senza pentimento). Avevo scaricato da pochi mesi l’applicazione sul mio iPhone e me ne andavo in giro a fotografare tramonti, monumenti e facciate di palazzi… Una noia mortale. Quando ho iniziato a scattare le prime foto del progetto ho pensato bene di condividerle con i miei amici postandole su Instagram. Beh, nel giro di poche settimane si era creato un piccolo caso mediatico su questo utente italiano che immortalava gente caduta a faccia in avanti. Piovevano commenti commoventi di persone da ogni parte del mondo che trovavano le foto così reali, significative e soprattutto ironiche.
Ecco, posso dire che il sostegno di tutte le persone che seguono __ remmidemmi su Instagram ha dato luce alla mia prima intervista, facendomi parlare pubblicamente del progetto per la prima volta e proprio con voi di redmagazine… E ne approfitto qui per ringraziarli e ringraziarvi di cuore, tutti, uno per uno. GRAZIE!