Eccoli, i film che vedrete al Milano Film Festival. 7 opere prime e 4 opere seconde.
Fare un concorso di (quasi) debuttanti significa lasciare i freni liberi al talento, alle idee non ancora contaminate dalle esigenze delle tasche. Significa esplorare i cinema del mondo e il mondo grazie al cinema. Opere eterogenee, in alcuni casi opposte, legate da fili sottili e lunghissimi. Ad esempio, dalla distruzione delle identità geografiche.
In Tobira no muko un esordiente britannico va a Tokyo a raccontare il dramma quotidiano degli affetti dalla sindrome di Hikikomori, mentre Londra è la meta di arrivo dei personaggi (e del regista) di Unmade Beds, scanzonata storia di ventenni alla ricerca di punti di riferimento.
La ricerca, appunto. I protagonisti di molti film sono personaggi solitari, un po’ ai confini della società, per scelta o per necessità, che d’un tratto devono fare un percorso di ricerca: la piccola Li Tong dell’omonimo film ultra-low-budget si perde nella bolgia di Pechino e non trova nessuno che la riporti a casa; il musicista di Here and There attraversa l’oceano per risollevarsi dalla bancarotta, ma deve fare i conti con la più temibile delle variabili: il sentimento; il divertente Futoko tratta, con leggerezza cinefila – che non fa mai male, in piccole dosi – di un cuore solitario che diventa, per caso, capofamiglia.
Fino al documentario Il figlio di Amleto del regista Francesco Gatti, recentemente scomparso, un’analisi appassionata di un pittore controverso, diviso tra l’amore per il suo modello e la cruda illusione svanita del successo; un film che non si può non guardare con un po’ di sincera malinconia. E ancora, la struggente ispezione nella follia di Crack Willow, che va in parallelo col personaggio (e il film) più estremo della selezione, quel Menteur che farà discutere, per il suo attacco cruento alla menzogna come regolatore sociale.
Talvolta, durante la ricerca, ci si incontra, e ci si lega. Come in Mary and Max, che oltre ad essere il primo film lungo di un premio Oscar al miglior cortometraggio è anche il primo film d’animazione in concorso nella storia del festival. E che pur essendo una storia animata non ha potuto fare a meno di smantellare i confini geografici, unendo i fili dei protagonisti tra Sydney e New York. O come nell’incantato Gallero, dove nel singolare universo dei combattimenti tra galli nasce un amore oltre la ragione tra persone di età molto distanti.
Gente che vola, che viaggia, che va da una parte all’altra del globo. Cinema che attraversa i generi e si lascia attraversare dalla vita.
La trentenne Carla, in Turistas, vaga senza meta nella foresta cilena e rimane sorpresa, incantata da quello che scopre. Ecco. Anche chi ha visto questi film, alla fine è rimasto sorpreso dalla continua, emozionante forza che il cinema vuole e fa di tutto per tenere viva.
Speriamo di riuscire a sorprendere anche voi. E a farvi perdere nella foresta.
Per informazioni e iscrizioni info@milanofilmfestival.it