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Durante il Salone del Mobile 2015, opendot è protagonista in vari luoghi strategici della città. Mostre, talk, incontri e conferenze: opendot si pone sempre più come motore di cultura del progetto avendo avviato riflessioni e stimoli nei diversi ambiti progettuali. Artigianato 2.0, comunicazione visiva, digital fabrication, food, design for all, open source sono tra i temi sviluppati dal network multidisciplinare di opendot che durante il Salone del Mobile si traducono in appuntamenti aperti alla città.

/DESIGN CENTRE EX ANSALDO, mostra e dibattito
via Bergognone 34 dal 14 al 19 aprile
Venerdì 17 alle 17.30: dibattito COMMUNITY FABLAB
Spazi di progettazione, prototipizzazione, produzione e innovazione che trovano la loro linfa vitale nella community e nella condivisione. Istruzioni per l’uso: come costruire un makerspace a partire dalla comunità. Ne parliamo con Betram Niessen (cheFare) e Enrico Bassi (opendot) e wemake.

Da martedì a venerdì: tavolo/mostra composta da sette progetti che rappresentano la varietà della community opendot spaziando da user group a workshop, hackathon, network e progetti speciali.
Durante la settimana del Salone del Mobile, lo spazio Ex Ansaldo si trasforma nel Design Center. Luogo di informazione, aggregazione e sperimentazione – animato da conferenze, eventi, cene e spettacoli per un pubblico eterogeneo – ospita diverse figure del design internazionale, giovani professionisti e studenti.

/SAVONA 52, CNA, conferenza
via Savona 52, venerdì 17 aprile h 19 – 20
Pro-oggetto – Artigianato 2.0, user group e physical computing: tre modi per passare dal pensare al fare (prodotto). Con Enrico Bassi – coordinatore opendot e Andrea Danielli di Thinkalize.

/THE OTHER DESIGNS, mostra e pitch
via Tertulliano 70, giovedì 16 h. 15 – 22 openday aperto a tutti!
Una giornata dedicata a vedere e conoscere le persone che stanno facendo design in un modo diverso dal solito: co- progettando direttamente con gli utenti prodotti opensource, replicabili, accessibili a tutti e che non dimenticano la cosa più importante: siamo tutti diversi.

Esposizione progetti, una collezione di oggetti, ognuno un esempio di un “altro design”:
. Hackability: hackaton di co-progettazione tra makers e persone con disabilità. Ci saranno alcuni dei risultati
del primo hackability realizzato a Torino da Consorzio Mestieri e Consorzio Kairos in collaborazione con Fablab Torino e con il contributo di Fondazione CRT (Tina: un braccio ausiliario montato sulla carrozzina e controllabile dal joystick // Movitron: un dispositivo per stimolare con la musica un bambino cieco a camminare // Mando: un telecomando universale capace di copiare e riprodurre qualunque segnale ad infrarossi // Duspaghi: una forchetta arrotolaspaghetti stampata 3D per chiunque abbia difficoltà ad usare le mani)

. +Lab: laboratorio di stampa 3D del Politecnico di Milano coordinato da Marinella Levi (Bottle Opener: dispositivo per svitare i tappi delle bottiglie co-progettato con persone con patologie reumatiche e con il supporto di terapisti occupazionali // Wrist Brace: polsiera stampata in 3D e adattabile al braccio)
. Fabrizio Alessi: Toowheels è una carrozzina autocostruita e su misura per la sport therapy
. Phy.co lab: laboratorio di Physical Computing del Dipartimento Design del Politecnico di Milano (progetti al buio: evento di co-progettazione tra designer e persone non vedenti per realizzare soluzioni a problemi quotidiani. I progetti sono stati realizzati con stampa 3D e successivamente condivisi on-line per consentire a chiunque di scaricarli e replicarli. In collaborazione con Associazione Integrazione e Lavoro)
. Francesco Rodighiero: anche il design più tradizionale può essere affrontato in un modo diverso. Francesco si occupa di Design for All da anni e collabora con un’azienda di ausili per comunità e con il Politecnico di Milano

Tra le h. 20 – 21
Pitch: 8 minuti a testa per presentare un modo di fare “altro design”. Sono presenti Hackability, Thinkalize, +Lab, Toowheels e Phy.co lab. L’obiettivo è conoscerci e costruire un ambiente di esperienza che permetta di trovare un linguaggio comune tra persone con disabilità, maker e designer.

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