Solo trent’anni fa la situazione era radicalmente diversa; per produrre poster, libri, biglietti da visita, partecipazioni, si usavano i caratteri mobili, di piombo o di legno, componendoli a mano e poi montandoli dentro a pesanti macchine da stampa. I caratteri erano fisici, si toccavano ed erano inalterabili nella forma e nella dimensione. Questo imponeva regole ferree di composizione e serietà nell’approccio alla materia.
Cosa succederebbe se l’elettricità improvvisamente ci abbandonasse? Cosa accadrebbe se solo la stampa a caratteri mobili, completamente manuale, potesse ancora divulgare notizie e comunicazioni tra il genere umano, gettato nello sconforto dallo shock di un’era post-elettrica a cui non siamo preparati?
Ad aprile 2012 si è svolto presso l’archivio Sacchi di Sesto San Giovanni la prima edizione di “The Letterpress worker International Summit“: 7 fra i designer tipografici più interessanti/ati del vecchio continente si sono riuniti per 5 giorni di lavoro collettivo attorno a questo scenario fantastico, alternandosi alle presse, rullando, inchiostrando e stampando. Tra tradizione, rigore progettuale e sperimentazione tipografica sono stati messi a confronto e in dialogo diversi approcci alla comunicazione visiva, con risultati veramente interessanti.
Officina novepunti è lieta di riproporre oggi i risultati di questa incredibile session tipografica. E per rendere ancora più fertile il dialogo, alcuni ospiti d’eccezione, autori tra i più interessanti del panorama italiano (Cabaret Typografie, & Type, Lucio Passerini, Roxy Columbus), sono stati chiamati a sviluppare una loro interpretazione del tema.
I partecipanti a Letterpress Worker sono stati: Pete Burke (DK); John Cristopher (UK); Alexander Cooper e Rose Gridneff (UK); Thomas Gravemaker (FR); Mark Pavey (UK); Officina Tipografica Nove Punti (IT).
Mercoledì 12 Settembre 2012 alle 18:35 in Santeria