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Come ci vestiremo tra 50 anni? Verso quali materiali, design e stili si orienterà la moda nei prossimi decenni? E come cambierà il nostro modo di vestire a seconda dello sviluppo tecnologico applicato all’abbigliamento e alle calzature? Recentemente, anche la moda ha riscoperto un’attenzione tutta speciale verso il futuro, riprendendo quell’interesse che era già stato espresso nei decenni passati caratterizzati dall’avvento dell’era spaziale. Si viveva nel periodo delle prime conquiste del suolo lunare e dei viaggi nello spazio, e gli stilisti di quegli anni non si dimostravano indifferenti alle suggestioni provenienti dalle prime esplorazioni del sistema solare. Fu specialmente il basco André Courrèges, classe 1923, a cogliere gli spunti del suo tempo (si era negli anni ’60) e a tradurli in suggestive creazioni sartoriali ispirate al look spaziale, inaugurando così un filone di nuove sperimentazioni.

A distanza di 50 anni, ecco riapparire sulla scena della moda internazionale sia il marchio sia le idee di Courrèges, con un’esposizione abbinata alla vendita che si è appena conclusa a Milano, presso la Galleria Carla Sozzani.

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La rievocazione di questo stile non accade per caso: sono infatti diversi i progetti in tutto il mondo che focalizzano l’attenzione sul futuro della moda, con innovazioni (a volte anche provocazioni) e suggerimenti per applicazioni pratiche, finalizzate a creare degli abiti pratici, utili ed esteticamente interessanti. E non si organizzano solo rivisitazioni della “moda spaziale”, come nella mostra milanese citata, ma anche eventi dove si guarda al futuro, mescolando gli stili e combinando l’eleganza del passato con il futuro della tecnologia indossabile. É il caso della mostra “Manus x Machina” allestita presso il Metropolitan Museum of Art di New York, uno dei più importanti eventi della stagione in fatto di moda.

L’attuale tendenza è dimostrata inoltre dalla sinergia tra l’Agenzia Spaziale Europea, cinque istituti di moda del vecchio continente e il Museo delle Scienze londinese. Il progetto nato da questo singolare connubio prende il nome di “Couture in Orbit” e prevede la creazione di abiti del futuro ispirati alla tecnologia utilizzata dagli astronauti dell’ESA durante le loro missioni orbitali. Gli studenti delle scuole di moda dei paesi aderenti al progetto, tra i quali vi è anche l’Italia, affiancata dalla Francia, dal Regno Unito, dalla Danimarca e dalla Germania, si lasceranno influenzare dalle innovazioni spaziali, per ideare nuovi capi di abbigliamento hi-tech, finalizzati a migliorare la qualità della vita di chi li indossa. L’Agenzia fornirà ai creativi il materiale utilizzato durante i programmi spaziali, dotato di caratteristiche uniche per quanto riguarda traspirazione e temperatura. Al termine del progetto, le produzioni stilistiche verranno esposte al pubblico con una esibizione a Londra in programma per il mese di maggio.

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Sia che si parli di stile spaziale o di creazioni più tradizionali, la città di Milano si conferma come una delle capitali mondiali della moda, insieme a Parigi, Londra e New York. Non si può dimenticare infatti che Milano è dotata di vari istituti dove giovani da tutto il mondo possono specializzarsi nel settore creativo. Chi desidera entrare a far parte di questo avrà dunque l’imbarazzo della scelta, ma chi intende indirizzarsi verso le opzioni migliori potrà rivolgersi all’Istituto Maragoni che a Milano rappresenta la scuola di moda più ambita dalle giovani promesse del settore: i suoi corsi di moda, arte e design sono tra i più ambiti e prestigiosi in città. Inoltre non dimentichiamo che sono numerosi gli atelier, le boutique di design e le grandi marche che hanno sede in questa metropoli, basti pensare solamente a Prada, Armani, Versace, Valentino e Ferré, giusto per citare alcuni nomi. Turisti internazionali giungono in città per visitare il cosiddetto “quadrilatero d’oro della moda”, ammirando le vetrine dei grandi artisti a pochi passi dal Duomo.