“Come vendere svastiche e vivere felici. Ovvero: come ottenere un rapido e immeritato successo nel mondo dell’arte contemporanea.” Il poliedrico artista milanese Max Papeschi si svela in un’intervista esclusiva per RedMag:
C’è chi ti descrivere come l’Andy Warhol italiano, chi l’artista del momento, tu senza cadere nelle etichette, come ti definisci?
Una persona molto fortunata che ha trovato il modo e la forma giusti per esprimere il proprio pensiero.
Oltre ad avere la massima libertà creativa, a cosa non rinunceresti mai nel tuo lavoro?
Ad avere del tempo libero per viaggiare, leggere e guardare film. E’ fondamentale per trovare nuove idee.
Personali in tutto il mondo: San Francisco, Kyoto, Città del Messico, San Pietroburgo, Stoccolma, Berlino, Lugano, Roma e oltre un centinaio di collettive in giro per l’intero pianeta, quale ti ha regalato più soddisfazione?
Gli eroinomani dicono che il primo buco sia più intenso e indimenticabile di tutti i successivi. Penso di poter dire lo stesso per quanto riguarda la mia prima mostra personale: ero in una galleria molto piccola e gestita in modo quasi amatoriale, non mi trovavo in un paese esotico, ma a dieci minuti a piedi da casa mia a Milano. Eppure la soddisfazione e le emozioni che ho provato quella prima volta non credo siano ripetibili, sicuramente non con una mostra.
Tra i pionieri del Farm Cultural Park, nel 2010 hai inaugurato con la mostra “Greetings from Italy” i primi spazi ristrutturati e riconvertiti in Galleria d’Arte e Concept Store di Design, com’è stata l’esperienza ai Sette Cortili di Favara?
Bellissima, il posto poi è favoloso. Non finirò mai di ringraziare Andrea Bartoli per aver dato così tanta fiducia a me e al mio lavoro quando ancora ero poco conosciuto. Farlo adesso è sicuramente più facile ma all’inizio del 2010 le critiche e lo scetticismo riguardo alla mia durata in questo ambiente erano al loro apice.
Branding, marketing, pr, talento, passione, tenacia, culo.. oggi cosa conta di più per avere successo?
Sono tutte caratteristiche importantissime, anzi fondamentali, però ci vogliono anche cultura e preparazione altrimenti non si riesce a durare nel tempo.
In Italia ci si lamenta che i creativi siano poco tutelati e bistrattati economicamente… tu come sei diventato ricco e famoso?
Sono molto lontano dal poter essere considerato ricco. In quanto alla fama, sicuramente ho il beneficio di una certa attenzione da parte del pubblico e dei media, però credo che per parlare di “vera fama” sia un po’ presto. Per come la vedo io ci sono fin troppe persone che non hanno voglia di fare un vero lavoro e quindi si improvvisano artista, fotografo, musicista, attore, scrittore, pubblicitario, deejay, ecc. Poi naturalmente le cose gli vanno male perché il loro lavoro è mediocre, il talento inesistente e spesso mancano anche di tenacia e passione. Quindi, arrivati a un certo punto si lamentano perché non riescono a viverci, e non sono tutelati. Fossi in loro mi troverei un vero lavoro. Detto questo, effettivamente lo stato italiano non aiuta per niente i talenti a venire fuori, cosa che succede invece in altri paesi, è questo è un peccato.
Un artista, un regista e un pubblicitario su tutti?
Stanley Kubrick, Stanley Kubrick e Stanley Kubrick.
Sappiamo che aggettivi come “provocatorio, cinico, dissacrante” sono obsoleti, quindi senza proferirli e passando dall’arte a musica e letteratura, chi sono per te i Burroughs, Kerouac e Bob Dylan di oggi?
Tra gli scrittori contemporanei, direi: Wallace, Mitchell, Macdonald e fino a qualche libro fa, Palahniuk. Per quanto riguarda la musica non c’è nessuno che paragonerei a Dylan, ma probabilmente è per mia ignoranza.
Com’è nata l’idea del libro?
Come molte delle cose migliori che mi sono capitate nella vita, anche questa volta tutto è cominciato un po’ scherzo e un po’ per caso. Qualche anno fa, dopo lo scandalo di Poznan, avevo realizzato una finta copertina di libro con il titolo appunto: VENDERE SVASTICHE E VIVERE FELICI. Ovvero: come ottenere un rapido e immeritato successo nel mondo dell’arte contemporanea. La mia idea iniziale era di esporre un finto libro, sotto vetro, come opera auto-ironica. Poi come tante altre idee, è stata accantonata e mi è tornata in mente sono l’anno scorso, parlando con Alessandra Torre e Francesca Micardi, riguardo alla realizzazione di un possibile documentario sulla mia carriera nel mondo dell’arte. Discutendone siamo giunti alla conclusione che la storia potesse essere raccontata anche tramite un libro, così ne abbiamo parlato con Sperling & Kupfer che ci ha dato subito la sua disponibilità a pubblicarla. A quel punto non restava che scrivere il libro, in titolo c’era già.
Il 15 aprile esce per Sperling & Kupfer “Vendere Svastiche e Vivere Felici” l’ironico libro autobiografico di Max Papeschi, ex regista salito alla ribalta dell’arte contemporanea grazie alle sue immagini controverse.
Lo Special Party è al Silbernagl & Undergallery di Milano in Alzaia Naviglio Grande 4, inseme a Max saranno presenti le coautrici del libro Francesca Micardi e Alessandra Torre. Ospiti speciali: Carlo Gabardini, Clarissa Tempestini ed Igor Zanti. Dal 15 Aprile al 10 Maggio sarà esposta in galleria anche una selezione delle opere più note dell’artista.