Mario Brambilla è nato nel 1959 a Bari, dove vive e lavora. Conosce i segreti della camera oscura e della stampa in bianco e nero da ragazzino con suo nonno e, da adolescente, imbraccia la sua prima macchina fotografica reflex e comincia il suo percorso di ricerca. Dopo gli studi di Accademia di Belle Arti intraprende una lunga carriera nel mondo della comunicazione e dell’immagine. Crede in una fotografia spontanea, non posata e con luce naturale.
Predilige la foto di paesaggio e di architettura ma non disdegna i ritratti. Ama il bianconero ma non trascura il colore. Ricerca la bellezza nelle forme della natura e nelle architetture umane.
“Il fotografo ricerca, riconosce, rappresenta e condivide la bellezza. La bellezza si manifesta nella proporzione e nell’armonia, nelle geometrie dello spazio e nella lentezza del tempo. La bellezza non è soggettiva, è insita nelle cose e la comune natura degli umani e le loro esperienze condivise la rendono intersoggettiva.”
Mario-Brambilla-Journal-de-bord
A noi di RedMag ci propone il suo progetto “Journal de bord” un viaggio in bianco e nero nella Francia più nascosta, un progetto che descrive così:
30/07 – 12/08/2013 Partito alla volta della Francia con mia moglie Viviana. Attraversato Costa Azzurra, Provenza, Camargue.
Imbarcati nel porto di Hesse. Navigato su battello fluviale tra le chiuse del Canal de la Marne au Rhin in Alsazia e Lorena.
Rientrati a casa.”
Mario-Brambilla-JournaldebordMario-Brambilla-fotografia-Journal-de-bord MarioBrambilla-fotografia-Journal-de-bord Mario_Brambilla-fotografia-Journal-de-bord Mario_Brambilla-fotografia-francia Mario-Brambilla-fotografia-francia Mario-Brambilla-fotografia-francia-2017 MarioBrambilla-Journaldebord

Il tratto principale del suo carattere?
L’essere riflessivo e mai avventato nelle decisioni e nei giudizi.

La qualità che preferisce in un uomo?
La gentilezza pura.

E in una donna?
La femminilità.

Il suo principale difetto?
La gelosia.

Il suo sogno di felicità?
Viaggiare senza meta fotografando la bellezza, e poi, da vecchio, trasferirmi in un piccolo paesino di pescatori sulla costa del Portogallo.

Il suo rimpianto?
Aver messo da parte la macchina fotografica per molti anni.

L’ultima volta che ha pianto?
Pochi giorni fa per uno spot pubblicitario che mi ha commosso. Piango anche per i cartoni animati e le bande per strada.

L’incontro che le ha cambiato la vita?
Uno impossibile avvenuto sui libri: l’incontro fuori dal tempo con il fotografo Henri Cartier Bresson di cui condivido il pensiero e lo stile fotografico. Leggere i suoi scritti mi ha dato delle conferme e rassicurato professionalmente.

Sogno ricorrente?
Rifugiarmi su una nuvola bianca in mezzo a un cielo azzurro. Insomma sogno di essere in una specie di sfondo desktop di Windows.

Il giorno più felice della sua vita?
Il giorno in cui mi sono risvegliato dopo un’operazione chirurgica importante e ho visto intorno a me mia moglie, parenti e amici, ed ero vivo.

E il più infelice?
Sono indeciso tra il giorno in cui è morto mio padre e il giorno in cui sono stato ricoverato quasi in fin di vita.

La persona scomparsa che richiamerebbe in vita?
Mio padre, senza dubbio. Mi manca accanto la figura paterna e il suo sostegno. Un uomo silenzioso, riservato, che sommessamente mi ha insegnato più di chiunque altri.

Quale sarebbe la disgrazia più grande?
Lasciare questa terra senza aver realizzato i miei progetti.

La materia scolastica preferita?
Al Liceo era il disegno. Poi in Accademia di Belle Arti, dove ho avuto maestri illustri, mi sono innamorato della decorazione pittorica.

Città preferita?
Parigi, ma se tutto il Sud Tirolo fosse una città direi Sud Tirolo.

Il colore preferito?
Il blu in tutte le sue gradazioni.

Il fiore preferito?
Il tulipano bianco.

Bevanda preferita?
Vino bianco freddo, magari sloveno.

Il piatto preferito?
Pesce e frutti di mare crudi, da buon barese.

Il suo primo ricordo?
Un espulsione da un asilo di suore perchè ero troppo vivace.

Se avesse qualche milione di euro?
Viaggerei.

Libro preferito di sempre?
Il “Dracula” di Bram Stocker.

Libro preferito degli ultimi anni?
“Castelli di rabbia” di Alessandro Baricco

Autori preferiti in prosa?
So di non essere originale, Baricco, Eco, Benni, mi piacciono banalmente gli autori di best seller americani (Ken Follet, John Grisham, James Patterson, ecc.) di cui amo il lavoro di ricerca che c’è dietro la stesura di un libro, Agata Christie, qualche scrittore nordeuropeo come Peter Høeg (Il senso di Smilla per la neve) e la saga completa di Harry Potter.

Poeti preferiti?
Nazim Hikmet.

Cantante preferito?
Peter Gabriel.

Il suo eroe o la sua eroina?
Chiunque riesca a cambiare, improvvisamente e anche in tarda età, la propria vita, migliorandola e seguendo le proprie passioni.

I suoi pittori preferiti?
Paul Klee, Pollock e il mio amico Dino Clavica.

La trasmissione televisiva più amata?
Non vedo la TV e non per scelta; è semplicemente un elettrodomestico poco usato in casa, perché son spesso in giro e perché a casa preferisco fare altro. Cucinare, per esempio

Film cult?
“Oltre il giardino” con il grande Peter Sellers e “Il laureato”.

Attore preferito?
Totò. Amo la sua comicità e la capacità di improvvisare e tenere la scena. Ogni volta che lo rivedo e risento le sue battute, rido come quando ero bambino.

Attrice preferita?
Mi piacciono molto Luisa Ranieri e Carolina Crescentini.

La canzone che fischia più spesso sotto la doccia?
Non mi capita di fischiare, ma se lo facessi forse sarebbe Starman di David Bowie. “There’s a starman waiting in the sky…”

Se dovesse cambiare qualcosa nel suo fisico, che cosa cambierebbe?
Il volto, ma non gli occhi.

Personaggio storico più ammirato?
Che Guevara.

Personaggio politico più detestato?
Salvini, senza dubbio.

Il suo primo amore?
Una ragazza più grande di me che ho faticato a corteggiare e che con estrema facilità ho lasciato dopo averla conquistata.

Quel che detesta di più?
L’arroganza.

Se non avesse fatto il mestiere che ha fatto?
Sarei stato un musicista, un bassista.

Il dono di natura che vorrebbe avere?
Guarire le persone malate con le mie mani.

Il regalo più bello che abbia mai ricevuto?
La macchina fotografica digitale che uso ora.

Come vorrebbe morire?
Facendo sesso, dopo un orgasmo.

Stato d’animo attuale?
Inquietudine.

Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza?
Forse quelle commesse in condizioni di indigenza, di sopravvivenza o di difesa personale.

Il suo motto?
Tolleranza, sempre.

sitofacebookinstagram