Jojo ha dieci anni e un amico immaginario dispotico: Adolf Hitler. Nazista fanatico, col padre ‘al fronte’ a boicottare il regime e madre a casa ‘a fare quello che può’ contro il regime, è integrato nella gioventù hitleriana.
Tra un’esercitazione e un lancio di granata, Jojo scopre che la madre nasconde in casa Elsa, una ragazzina ebrea che ama il disegno, le poesie di Rilke e il fidanzato partigiano. Nemici dichiarati, Elsa e Jojo sono costretti a convivere, lei per restare in vita, lui per proteggere sua madre che ama più di ogni altra cosa al mondo. Ma il ‘condizionamento’ del ragazzo svanirà progressivamente con l’amore e un’amicizia più forte dell’odio razziale.
La parte migliore del film sta nel contrasto tra uno scenario d’epoca e un genere moderno, nel cercare in ogni momento l’anacronismo, far parlare, muovere e cantare un bambino tedesco del 1945 come un bambino americano degli anni ‘80.
Jojo (detto Rabbit perché al campo della gioventù hitleriana non è riuscito a uccidere un coniglio nella prova di coraggio e tutti lo hanno preso in giro), esce di casa correndo sulle note dei Beatles che cantano in tedesco, immagina e disegna gli ebrei come mostri e con i suoi anacronistici pigiamini interi pieni di pupazzetti fantastica assieme al migliore amico di andare a trovare Hitler in persona, il suo mito.
Tutta la prima parte di Jojo Rabbit è una bomba di ritmo e trovate a sorpresa.
Il film ha ottenuto 6 candidature a Premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes, 6 candidature a BAFTA …
Jojo Rabbit
di Taika Waititi, Germania 2019, 108′, con Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Taika Waititi, Rebel Wilson, Sam Rockwell
Dal 30 Gennaio al 5 Febbraio al Bloom
via Curiel, 39, Mezzago