Nella nostra contemporaneità, lo spazio ha avuto la meglio sulla prospettiva classica e rinascimentale, demolita dai cubisti e relegata a passatempo di frequentatori rari di ormai altrettanto rare nebbie di navigli.

Lo hanno studiato gli astrattisti di vario genere, insieme ai linguaggi tribali d’Africa e Oceania, ma anche (e soprattutto) lo hanno adottato i designer, i pubblicitari, i grafici.

Quelle superfici organizzate per suggerire punti di vista ambigui e molteplici, rifuggendo la banale illusione dell’occhio e della sua parte, sono anche – ben rimodellate da tanti passaggi, ma comunque riconoscibili – nelle donne di Cozzolino che si adagiano su quel vuoto lasciato dalla nostra antica prospettiva occidentale, accogliendo le forme, i piani e le campiture assunti da quegli altri mondi di cui si diceva poco fa, filtrati poi attraverso i geometrismi dell’universo formale, segnico ed oggettuale industriale e post-industriale.

Pornobello sceglie di farsi interprete di un gusto fresco d’attualità, sfuggendo l’ansia dell’innovazione per l’innovazione, accettando senza eccessive resistenze l’abusata definizione di “pop”, che sta, come tutti sanno, per “popular”, ma solo perché quegli artisti si ispiravano all’arte popolare (cioè a quella fruita dal popolo, attenzione, non prodotta dal popolo, ma piuttosto dall’industria dello spettacolo), non certo perché popolari erano le opere che ne risultavano, invece frutto di operazioni intellettuali piuttosto sofisticate se non decisamente snob (sine nobilitate, secondo un’intelligente para-etimologia).

Così è piuttosto evidente un’intelligenza di calcolo, un ammiccamento seduttivo, che trova propizio alveo nell’ormai proverbiale benjaminiana assenza d’aura dell’opera infinita nella sua riproducibilità (ma non nella sua fruizione, anzi…), disponibile ad libitum, di nuovo in non sorprendente coincidenza con il soggetto proposto, visto che la pornografia celebra, attraverso l’osceno e l’ipertrofia somatica, la realissima illusione di un desiderio esploso illimitatamente.

Il lavoro di Pornobello si nutre della lunga tradizione dell’arte pop che dagli anni ’60 impatta nel mondo dell’arte contemporanea, una ricerca sulle fantasie sessuali scaricate di ogni volgarità da masse di colore piatto e ricca di citazioni della cultura neo pop.

Le donne di Pb nel loro mondo di fantasie erotiche ricordano i playmobil, i mitici pupazzetti da costruzioni, giocano con le piste polistill, fino ad arrivare all’idea della donna robot, flash back della prima icona legata alla y10 o la Caterina, domestica asservita, del film con Alberto Sordi. Il mondo di Pb rimette in scena la cultura neo pop della generazione dei ”nipoti dei fiori” con un uso eccellente dell’ironia, in alcuni casi assolutamente dissacrante e irriverente.

Dal 12 Luglio 2011 Pornobello è entrato a far parte della scuderia dei giovani artisti della galleria d’arte Yvonneartecontemporanea, dove troverete più di 4o stampe.

yvonneartecontemporanea
Contrada Porti 21,
36100, Vicenza

Mostre principali:

2011, Milano – 16 aprile ’11 EVENTO SEGRETO, Settimana del Design 2011 via Tortona
2011, Milano – 12 aprile ’11 – 19 aprile ’11, FUORI SALONE 2011, HOW art&desig exhibition
2011, Catania – 31 marzo ’11 – 4 aprile ’11, ArtFaCTory 01
2010, Milano – 16 settembre ’10 – 3 aprile ’11, NHOW art&desig exhibition
2009, Milano – 20 dicembre ’09 – 20 marzo ’10, BLAm bar lounge & art mood