Francesco Cisky Gabriele è nato a Bari il 25 aprile 1981. Nipote d’arte (suo nonno Francesco era un arista naif ndr), ha iniziato il suo percorso di studio e scoperta fin da bambino. Dopo il Liceo Artistico a Bari, si trasferisce prima a Bologna, dove espone le sue opere in alcune mostre collettive, e poi a Milano. Qui inizia la sua collaborazione con la «P.Fanatic», azienda di abbigliamento di Paola Barale e Raz Degan per cui realizza una linea di t-shirt dipinte a mano. Primo classificato al Murart, concorso d’arte indetto dalla Provincia di Bari a cui partecipano 107 artisti, è stato creatore di un laboratorio creativo nella città vecchia e ha collaborato attivamente alla decorazione e coordinazione artistica di “Owl and the Pussycat”, un eccentrico resort cinque stelle che sorge sull’Oceano indiano di Thalpe (Sri Lanka).  Da sempre appassionato di avanguardie artistiche e pop art, con qualche sporadica incursione nella scena street, Cisky ha uno stile preciso e riconoscibile che alterna linee rigide e geometriche a motivi morbidi e sinuosi. Spesso mette in contrasto queste due tecniche scegliendone una per il soggetto ritratto e una per lo sfondo, dando vita così ad interessanti giochi di tridimensionalità. Oggi Cisky respira, vive e lavora a Bari. Pittore, decoratore, viaggiatore in continua ricerca, crea nello stesso studio e sullo stesso cavalletto che fu di suo nonno Francesco. Il suo laboratorio è un arcobaleno di creatività, tele, colori, spatole, pennelli, oggetti antichi che tra le sue mani riprendono vita.

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Il tratto principale del suo carattere?
Credo di avere una discreta propensione a vivere nomi, cose, città e persone con empatia, ma non sempre ci riesco, anzi.

La qualità che preferisce in un uomo?
La meraviglia del rivelarsi per quello che realmente è.

E in una donna?
L’ istinto materno, quello che in un attimo ti rende leonessa e in un altro la creatura più dolce del Pianeta.

Cisky-david-bowieIl suo principale difetto?
Il disordine.

Il suo sogno di felicità?
Girare il mondo con passeggini, ciotole, croccantini, macchina fotografica e pennelli, per poi rientrare a casa, in campagna, davanti al mare.

Il suo rimpianto?
Aver esitato troppo nell’acquisto di quella che poteva essere la casa dei miei sogni, perdendone l’opportunità.

L’ultima volta che ha pianto?
Quando ho ricevuto la telefonata che nessuno dovrebbe mai ricevere, annunciava la scomparsa prematura di un amico fraterno.

L’incontro che le ha cambiato la vita?
Lo straordinario privilegio di aver conosciuto i miei due nipoti, e poi tantissima gente incontrata in giro per il Mondo, dalle tribù più remote agli adolescenti nella metropolitana di chissà quale megalopoli, tutto questo ha cambiato e continua a cambiare la mia vita, arricchendola.

Sogno ricorrente?
Mi piace variare. Spesso sono vietati ai minori.

Il giorno più felice della sua vita?
Quando ho fiutato che una delle mie passioni più viscerali si stava trasformando in un lavoro vero, ho capito che avrei potuto vivere con una discreta libertà.

Cisky-steve-mccurryE il più infelice?
Non sono in grado di sceglierne uno in particolare, direi ogni qualvolta mi ritrovo davanti a un essere umano che ha dimenticato come si fa ad essere umani.

La persona scomparsa che richiamerebbe in vita?
Mio nonno pittore. Condividerei con lui opinioni, punti di vista circa la pittura e i tempi che cambiano intorno ad essa, in essa, grazie ad essa. Intanto mi accontento di dipingere su quello che fu il suo cavalletto, con il suo posacenere accanto. Poi mio nonno materno che non ho potuto conoscere. E Pepy.

Quale sarebbe la disgrazia più grande?
Inaridirsi dentro, imbastardirsi.

La materia scolastica preferita?
Figura disegnata.

Città preferita?
Benares, meglio nota come Varanasi.

Francesco-Cisky-Gabriele-arteIl colore preferito?
Questa è peggio di: “Vuoi più bene a mamma o papà?” No, non posso…

Il fiore preferito?
La strelitzia.

Bevanda preferita?
Vino rosso, grappa barricata, tè freddo, caffè.

Il piatto preferito?
L’intera favola della Puglia in tavola.

Il suo primo ricordo?
Avrò avuto due anni e caddi da un’imbarcazione, per fortuna posso ancora raccontarlo grazie a mio cugino che mi trasse in salvo. Nonostante ciò amo il mare come prima, più di prima. Tra l’altro, inconsapevole di quanto stessi rischiando la vita ricordo immagini meravigliose, giochi di luce, riflessi magici.

Se avesse qualche milione di euro?
Donerei alla mia città tutto quello che le manca, e poi mi divertirei con piccoli (grandi) gesti a stupire chi arranca di più nel gioco della vita.

Cisky-Francesco-Gabriele-arte-pugliaLibro preferito di sempre?
Storie di cronopios e di famas. (Julio Cortàzar)

Libro preferito degli ultimi anni?
Manuale di pittura e calligrafia. (Josè Saramago)

Autori preferiti in prosa?
Nietzsche.

Poeti preferiti?
Pasolini, Wilde.

Cantante preferito?
Non riuscirei a sceglierne uno solo, però in questo momento m’è venuta in mente una canzone: By this river di Brian Eno.

Il suo eroe o la sua eroina?
I miei nipoti.

I suoi pittori preferiti?
Picasso, Warhol, Frida, Bacon, Modigliani, Haring, Basquiat, Schiele, Balthus. Bosch, Blu.

La trasmissione televisiva più amata?
No, non lo so.

Film cult?
Qualcuno volò sul nido del cuculo, 2001: Odissea nello spazio, Shining, La ragazza sul ponte, Trainspotting, Jules e Jim.

Attore preferito?
Jack Nicholson.

Cisky-Francesco-Gabriele-arteAttrice preferita?
Penelope Cruz, ma forse è solo amore. O Marilyn, ma forse è solo sesso.

La canzone che fischia più spesso sotto la doccia?
Non fischio, di solito respiro profondamente e penso tanto.

Se dovesse cambiare qualcosa nel suo fisico, che cosa cambierebbe?
L’altezza e le stempiature. Forse.

Personaggio storico più ammirato?
Thomas Sankara.

Personaggio politico più detestato?
Non rendiamo quest’intervista più lunga di quanto non lo sia già.

Il suo primo amore?
I colori a spirito.

Quel che detesta di più?
Il razzismo e la maleducazione.

Se non avesse fatto il mestiere che ha fatto?
Mi sarebbe piaciuto fare l’etologo.

Il dono di natura che vorrebbe avere?
La pazienza. E le branchie.

Cisky-Francesco-GabrieleIl regalo più bello che abbia mai ricevuto?
Una vecchia e arrugginita scatolina di latta piena di piccole chincaglierie dal valore non quantificabile, e un’inaspettata torta di compleanno sotto casa.

Come vorrebbe morire?
Io non voglio morire.

Stato d’animo attuale?
Sono le due di notte, ho un cane che dorme sulle mie gambe e sto fumando, sono sereno.

Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza?
Il non riuscire ad essere sempre indulgenti, pur desiderandolo ardentemente.

Il suo motto?
Se pensi che sia impossibile, pensa di nuovo.