Due ore e mezza intensissime e memorabili quelle del concerto di Ben Harper, ieri, al Teatro Antico di Taormina: un Ben impareggiabile, inarrestabile, eroico! Atmosfera magica e pubblico -sbalorditivo protagonista- infuocato!
Il californiano guru del soul l’aveva anticipato che il concerto all’ombra dell’Etna sarebbe stato speciale: “Voglio rubare l’energia al vulcano e trasmetterla a tutti”.
E in effetti, l’anfiteatro antico, osservato dalla Luna, con l’Etna che sovrastava il mare sullo sfondo, è stata la location più adatta per godersi uno spettacolo così epico!
Sull’ Olimpo in mezzo agli dèi!
Persino Harper inebriato:”cancellerei tutte le mie date e rimarrei qui per sempre!”
Ma il merito non è stato solo del background più suggestivo di tutto il mondo: a regalare ancora più energia, noi, il pubblico!
Ben apre con Happy in the Sun, prosegue con Suzy blue e a Don’t give up viene giù il teatro.
Harper sente le vibrazioni positive, cambia chitarra ad ogni pezzo, ci racconta di Spilling Faith, scritto con l’ex beatle Ringo Starr e con i suoi Rentless 7 fa grande musica. Poi resta solo per All my heart, Mutt, e apice del concerto: un interminabile virtuosismo suonato solo con la leggendaria Weissenborn sulle gambe. Lo seguiamo in fibrillazione scandendo il ritmo con le mani e concludendo con appassionata ovazione.
È sorpreso, incantato, Ben, da questo pubblico che riesce a fargli da coro (“Voi Siciliani cantate davvero bene!“) e a prendere calorosamente l’iniziativa, continuando a catare anche quando Harper ha concluso la canzone, tanto che è lui ad applaudire noi sugli spalti, dopo essersi alzato in piedi e aver lanciato il suo cappello in aria!
Scherza con noi, ci racconta che all’aeroporto di Catania ha mangiato la pizza migliore del mondo e che a NewYork – buona così – non la trova da nessuna parte.. si scusa per l’english e ci dice che se conosce male l’Inglese, l’Italiano lo sa ancora peggio, e quando qualcuno gli urla con pronuncia maccheronica “Don’t worry Ben!” lui scoppia in una sonora risata: “You sound like my mother!”.
Ma il vero spettacolo deve ancora venire. I bis cominciano con Forever, poi, da solo con la chitarra acustica, Ben manda tutti in visibilio con Diamonds inside. Una fan salta sul palco, subito bloccata dalla sicurezza. È il segnale: il pubblico è tutto in piedi. Harper canta e si accoccola sul boccascena, prende i telefonini dalle mani dai fan e si fotografa in pose assurde.
Canta When she believes, senza chitarra e senza microfono, solo voce e anima. Spiega che la canzone ha un forte legame con la Sicilia, visto che è dedicata alla sua figlia più grande, che ha un nonno siciliano.
Emozionato mentre canta Waiting on an Angel, conclude con un brano fuori scaletta, il gospel Where could I go, anche questo senza microfono e senza accompagnamento di strumenti, con la cavea a seguirlo con il fiato sospeso. Poi si leva il cappello, stringe le mani, firma autografi anche su cappelli e giubbotti. I musicisti regalano plettri e bacchette, fotografano il pubblico, lo applaudono. Si chiede ancora bis, e Ben commosso, confida: “cancellerei tutte le mie date e rimarrei qui per sempre!”.
Infuocata anche l’apertura di Fabrizio Cammarata – reduce dal tour europeo, e dal successo ottenuto con l’australiano Xavier Rudd al Carroponte di Milano – che dopo averci scaldato con i suoi brani, alcuni tratti dall’ultimo album “Rooms” ha dedicato a Ben un’emozionante “La llorona” che noi -amanti di Frida– non abbiamo potuto non apprezzare!