AlessioGloria-autoritrattoAlessio Gloria nasce nel 1979 a Novoli, in provincia di Lecce, sotto il segno dei Gemelli. Studi classici, una laurea in giurisprudenza e una seconda laurea in architettura, una passione e uno studio costante per l’arte, la sua storia, le sue manifestazioni contemporanee. Dopo un decennio di permanenza a Milano, ove completa la formazione professionale specialistica in interior e industrial design, è titolare dal 2011 a Lecce dello studio omonimo di architettura e design. Parallelamente all’attività professionale matura una produzione artistica nata dalla passione per il disegno e la curiosità verso le più recenti tecniche di modellazione e rappresentazione tridimensionale fotorealistica.

Sintesi digitali”, nel dicembre 2014 a Palazzo Vernazza a Lecce, con 17 opere esposte, è stata la mostra d’esordio.

SPHERÆ”, del 2016, con 9 opere, è l’ultima serie pubblicata. “L’arte è comunicazione e, come tale, si evolve attraverso lo sviluppo delle tecnologie di rappresentazione.

Con l’ausilio di avanzati software di modellazione tridimensionale, estrapolati dal loro consueto utilizzo negli ambiti professionali della progettazione, elaboro in veste grafica personali visioni immaginarie e metareali: scenari concreti differenti e alternativi ma ugualmente vincolati da coordinate spaziali e temporali e autonomi principi, in analogia alla realtà esperita.

Spazi virtuali (percettibili ma non tangibili) e sintetici, nelle diverse accezioni del termine: artificiale (composto “ad arte”), essenziale, compiuto e unitario.”
Politeama-alessioGloria


Il tratto principale del suo carattere?
La severità. Verso me stesso e il prossimo. Perché da entrambi ho aspettative molto elevate.

La qualità che preferisce in un uomo?
Chi si interessa a me con spirito sincero è portatore delle qualità che apprezzo.

E in una donna?
La complessità, tempo fa. La semplicità, da un po’.

Il suo principale difetto?
L’impazienza, tra i tanti. Quando genera frenesia.

Il suo sogno di felicità?
Ne faccio molti, che variano e si aggiornano. Il sogno è continuare ad averne e sempre di diversi.

Il suo rimpianto?
I miei rimpianti, banalmente, hanno a che fare con la qualità del tempo.

L’ultima volta che ha pianto?
Qualche volta mi sveglio piangendo. Se ceno con peperoni verdi mi ritrovo in mondi angoscianti.

L’incontro che le ha cambiato la vita?
Avrei intrapreso le stesse strade, sarei arrivato alle medesime conclusioni, a prescindere.

Sogno ricorrente?
Essere ancora sui banchi di scuola, dover preparare la maturità e non essere in grado di sostenerne la fatica. E’ brutto, mi da molto sollievo al risveglio.

EPISCOPIO-AlessioGloriaIl giorno più felice della sua vita?
Più una questione di piccoli momenti. Mi sono sentito realmente appagato quando i miei fratelli hanno raggiunto i loro traguardi: matrimonio, titoli di studio… Vorrei vivere tanti altri momenti simili.

E il più infelice?
La tristezza è sempre sconfinata, in ogni singolo momento di smarrimento.
Il giorno della scomparsa prematura di mio cugino Rosario, pensando ai suoi bambini.

La persona scomparsa che richiamerebbe in vita?
Da un anno a questa parte, penso spesso a tutti i bambini che devono crescere senza genitori ed è uno di quei momenti di infelicità sconfinata, determinati dall’impotenza e dalla necessità di dover accettare anche ciò che è contro natura.

Quale sarebbe la disgrazia più grande?
Io non ho alcuna paura per me stesso. Temo ogni cosa invece per le persone a cui tengo.

La materia scolastica preferita?
Educazione fisica alle elementari, poi Arte alle medie e al liceo. Poi tutti gli esami di Storia, nel corso di laurea in Giurisprudenza e in quello in Architettura.

Città preferita?
Venezia e Roma mi emozionano ogni volta come la prima volta, nella loro veste. A Milano ho speso molti anni. A new York ho vissuto una bella parentesi.


VIA-VITTORIO-EMANUELE-AlessioGloriaIl colore preferito?
I colori sono stati d’animo, momenti transitori. Mi ritrovo tendenzialmente a prediligere il nero e il rosso nelle mie composizioni. Il primo è infatti assenza di colore, il secondo, probabilmente, rimanda alle passioni più vive.

Il fiore preferito?
Ho una margherita tatuata ma per motivi particolari. Banalmente, le rose, anche quelle chiare.

Bevanda preferita?
Continuando a cavalcare la banalità, il vino.Ma anche il succo alla pera al mattino.

Il suo primo ricordo?
Il pavimento della casa al mare dei nonni. Mi sembra, dal punto di visuale del ricordo, che ci stessi “gattonando”.

Se avesse qualche milione di euro?
Ascolterei chi ha da propormi qualcosa di interessante. Un po’ come il miliardario che finanzia Jodie Foster in “Contact”.

Libro preferito di sempre?
I libri che ho riletto, che quindi, per vari motivi, sono più presenti nei miei ricordi, sono stati:
Un testo di fiabe di Andersen (strasottolineato, come i manuali all’università); Il nome della rosa; L’insostenibile leggerezza dell’essere. Ma l’esercizio di scavare nei ricordi e ricavare classifiche o assegnare primati mi affatica troppo.

Libro preferito degli ultimi anni?
Mi ha colpito, una decina d’anni fa o poco più, “Le particelle elementari” di Michel Houellebecq e ho letto poi le altre sue pubblicazioni. L’ultima l’ho lasciata a metà.

Autori preferiti in prosa?
Mi piacciono i romanzieri eleganti. Che seguano le orme di Dostoevskji. Lo stile, forse anche più dei contenuti.

Poeti preferiti?
Il solco più profondo credo lo abbiano lasciato Leopardi e Wilde. Sono comunque tempi molto lontani.

Cantante preferito?
Ho molti album dei Cure.

Il suo eroe o la sua eroina?
Ada, la mia compagna: ha qualcosa di sovrannaturale.

I suoi pittori preferiti?
Giotto, Raffaello e Caravaggio.

La trasmissione televisiva più amata?
Mi è molto piaciuta la serie tv di Sorrentino “The young pope”.

Film cult?
Anche da adulto continuano ad emozionarmi i film che danno realtà all’irreale e possibilità al fantascientifico. “Interstellar”, negli ultimi anni, più di tutti.

Attore preferito?
Benedict Cumberbatch mi sta piacendo molto.

Attrice preferita?
Tilda Swinton, mi incuriosisce ogni volta.

La canzone che fischia più spesso sotto la doccia?
I grandi classici della melodia italiana.

Se dovesse cambiare qualcosa nel suo fisico, che cosa cambierebbe?
Godo di buona salute e alla cura e all’allenamento del corpo dedico tempo ed attenzioni perché ne beneficia la mia testa, concordando anche in questo con gli antichi greci. Da un punto di vista estetico, mi pongo ultimamente il quesito se sia più opportuno allinearmi i denti (sfruttando le competenze del mio fratello più giovane e divenire una sua vetrina ambulante) o mantenere la peculiarità del mio sorriso irregolare.

Personaggio storico più ammirato?
Alessandro Magno, Michelangelo, Leonardo.

Personaggio politico più detestato?
Vladimir Putin.

Il suo primo amore?
Una mia compagna del liceo. Ma non fu mai ricambiato.

Quel che detesta di più?
La superficialità, che può generare effetti negativi in ambiti e livelli differenti.

Se non avesse fatto il mestiere che ha fatto?
Mi piace molto l’anatomia.

Il dono di natura che vorrebbe avere?
Ho sempre ammirato i matematici.

Il regalo più bello che abbia mai ricevuto?
Non sono molto legato alle “cose”. Non mi piace conservare, collezionare. I ricordi più belli sono legati alle “feste a sorpresa” che mi sono state dedicate.

Come vorrebbe morire?
Incidente aereo.

Stato d’animo attuale?
Perplesso. Lo sono quando racconto di me. So che alla gente interessa poco degli altri.

Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza?
Tutte o, perlomeno, la maggior parte. Ma, come gli antichi romani, sono meno indulgente per le colpe motivate da ignoranza.

Il suo motto?
Mio fratello più grande era in cerca di una citazione da inserire nella sua tesi di laurea. Gli suggerii: “non esistono ostacoli ma temporanee crisi d’immaginazione”. E’ mia e quando la scrissi (nel millennio passato) ero convinto fosse assoluta. Ma, anche oggi, a distanza di un paio di decenni, “tiene ancora abbastanza”.